Ad oggi 377 persone nel mondo si sono fatte crioconservare, sperando di risvegliarsi nel futuro. L’ibernazione umana in Italia e nel mondo dopo il caso della ragazzina inglese congelata.
Il caso è quello della 14enne inglese congelata dopo una sentenza dell’Alta Corte di Londra che ha accolto la sua richiesta nonostante avesse il consenso solo della madre, mentre il padre avrebbe voluto una normale sepoltura. Voleva avere “la chance di essere curata e risvegliata, magari fra qualche centinaio di anni”, ha scritto la ragazza in una lettera al giudice Peter Jackson.
Il corpo della ragazza è stato congelato tramite criogenesi dopo il suo decesso, per la speranza che potrà essere risvegliata e guarita in futuro, magari con l’ausilio di nuove cure. Il verdetto era stato emesso poco prima del decesso a ottobre, come riporta la Bbc, ma è stato reso pubblico ora dopo che il corpo, portato negli Usa, è stato congelato. Il corpo è stato trasportato da Londra negli Stati Uniti al costo di 37 mila sterline, e congelato da una società privata specializzata.
Le tre società attive nel campo hanno attualmente in stato di ibernazione 377 corpi, conservati a testa in giù in cilindri sottozero.
Tre società offrono il servizio di ibernazione umana, in tutto 377 corpi
Le tre società al mondo attive nel campo hanno attualmente in stato di ibernazione 377 corpi. L’Alcor, in Arizona – una fondazione – è l’organizzazione crionica con il più alto numero di iscritti. Il Cryonics Institute sempre negli Stati Uniti, vicino a Detroit e fondato da Robert Ettinger, ‘padre’ della crionica; e la KryoRus, nata nel 2006 in Russia. In tutto il mondo ci sono agenzie che offrono il servizio di trasporto verso questi tre centri. Fra gli ibernati ci sono almeno otto italiani.
2mila persone in lista d’attesa
Oltre ai pazienti già crioconservati, altri 2mila hanno stipulato un contratto per essere ibernati dopo la morte, fra cui si contano almeno otto italiani. I costi variano da 36mila a 200mila dollari per l’intero corpo. Tariffe più basse per conservare solo il cervello.
Per farlo, gli italiani devono morire negli Stati Uniti
In Italia – né in Europa – non esistono società che lavorano nella criogenesi, ma l’ibernazione umana non è né vietata, né permessa. Solo che la legge prevede un periodo di osservazione di 24 ore dall’arresto cardiaco per poter disporre del cadavere, ma per evitare la decomposizione è necessario portare il corpo a –90° entro mezz’ora dalla morte per prepararlo all’ibernazione. Quindi gli italiani che hanno scelto di ibernarsi dovranno recarsi negli Stati Uniti o in Russia prima di morire.
La prima persona ibernata nel 1967
Il primo uomo ibernato della storia è stato lo statunitense James Bedford, professore di psicologia dell’Università della California, congelato dal 1967 e ancora sottozero. Tra i pazienti congelati c’è anche la leggenda del baseball Ted Williams e il professore italiano Giovanni Ranzo.
Cos’è la crionica
La crionica è un complesso di pratiche e di tecnologie che si pone come obiettivo quello di consentire, in futuro, di riportare in vita tali persone ed eventualmente curarle con avanzate procedure scientifiche. Consiste nell’abbassamento graduale ma rapido, in fasi, della temperatura corporea di persone dichiarate legalmente morte, fino al raggiungimento della temperatura dell’azoto liquido. Se lo si fa entro mezz’ora dalla morte la decomposizione si ferma.
L’ibernazione è permessa solo post-mortem, ma prima della morte cerebrale
La procedura di ibernazione inizia appena il cuore smette di battere e prima che sia dichiarata la morte cerebrale. Prima di portare il corpo a –196 gradi, la temperatura dell’azoto liquido, il sangue viene sostituito da una sostanza che protegge dalla principale controindicazione della tecnica, il congelamento dell’acqua nelle cellule. Durante la criopreservazione vengono utilizzate particolari sostanze, dette “crioprotettori”, che prevengono la formazione di ghiaccio durante il processo di raffreddamento che romperebbe le pareti cellulari. La conservazione avviene a testa in giù nei vasi di Dewar, cisterne isolanti che contengono appunto azoto liquido e che impediscono la conduzione di calore.
Quanto costa l’ibernazione umana
Il servizio più caro è quello della Alcor, che chiede 200mila dollari (circa 186mila euro) per l’intero corpo e 80mila per il solo cervello. Cryonics invece ha tariffe variabili, tutte sotto i 100mila dollari. Sul sito della società viene consigliato però di stipulare una polizza assicurativa sulla vita da minimo 30 dollari al mese, che coprirà il costo della crioconservazione al momento della morte. In Russia la Kriorus chiede 36mila dollari per il corpo intero e 18mila per il cervello.
È possibile congelare anche solo il proprio cervello, ovviamente a un costo minore
Si può anche scegliere di conservare solo la testa: in tal caso si parla di neuro conservazione. Si basa sulla speranza che in futuro sarà possibile non solo rianimare i corpi crioconservati, ma anche far crescere o clonare nuovi corpi in cui riporre i cervelli ibernati. Il cervello viene mantenuto nel suo luogo naturale, il cranio: la testa viene tagliata all’altezza della settima vertebra cervicale. Anche in questo caso, dopo un graduale abbassamento della temperatura, la testa viene introdotta in un piccolo contenitore e immersa a -196° per la conservazione a lungo termine.
Al momento non esiste una tecnica per riportare in vita le persone ibernate
Le tecniche non permettono di riportare in vita i corpi crioconservati. Chi decide di farsi ibernare dopo la sua morte, spera in futuro di essere ‘risvegliato‘ e curato dalla malattia che gli è costata la vita, grazie a presunte nuove competenze mediche acquisite dopo anni di ricerche. Ci sono problemi tecnici inimmaginabili ma, d’altro canto, ipotizzare cosa possa accadere fra 40-50 anni con la ricerca scientifica è impossibile. Inoltre, non si sa se le informazioni sulla memoria e sulla personalità possano permanere per lungo tempo nelle strutture cerebrali.
Alcuni campioni biologici sono stati criopreservati e risvegliati
Alcuni campioni biologici sono già stati criopreservati, cioè portati e mantenuti alla temperatura dell’azoto liquido (fermandone la decomposizione) e riportati in vita. Fra questi interi insetti, certi tipi di anguille, molti tipi di tessuti umani (fra i quali quelli cerebrali), embrioni umani e alcuni organi di mammiferi. Le capacità della biologia molecolare e delle nanotecnologie puntano a un futuro in cui, chissà, avremo tecnologie in grado di riparare i danni causati da invecchiamento, malattia e congelamento.
Fonte: https://www.lifegate.it/persone/stile-di-vita/ibernazione-umana-10-cose-da-sapere-sulla-crionica
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